Pubblicazioni – Alma Poloni
Castione della Presolana nel Medioevo. Economia e società nella Montagna Bergamasca dal XII al XVI secolo, Comune di Castione della Presolana, 2011.
Autore
Alma Poloni è assegnista di ricerca presso l’Università di Roma Tre. Si occupa principalmente della storia economica, sociale e politica delle città toscane nel basso Medioevo, e per questo ambito di studi ha pubblicato, oltre ad articoli in riviste specialistiche e volumi collettivi, tre libri: Trasformazioni della società e mutamenti delle forme politiche in un Comune italiano: il Popolo di Pisa (1220-1330), Pisa, ETS, 2004; Lucca nel Duecento. Uno studio sul cambiamento sociale, Pisa, Plus-Pisa University Press, 2009; Potere al popolo. Conflitti sociali e lotte politiche nell’Italia comunale del Duecento, Milano, Bruno Mondadori, 2010. Negli ultimi anni ha rivolto il suo interesse anche alla storia sociale della montagna bergamasca, alla quale ha dedicato due monografie: “Ista familia de Fine audacissima presumptuosa et litigiosa ac rixosa”. La lite tra la comunità di Onore e i da Fino nella Val Seriana superiore degli anni ’60 del Quattrocento, Clusone, Comune di Fino del Monte, 2009;Storie di famiglia. I da Fino tra Bergamo e la montagna dal XII al XVI secolo, Songavazzo, Pro Loco di Fino del Monte, 2010.
Profilo dell’opera
L’argomento principale di questo libro è il cambiamento, sociale, politico, ma soprattutto economico. La domanda al centro dell’indagine riguarda i meccanismi di funzionamento del cambiamento economico di una piccola comunità della montagna bergamasca, un contesto che, secondo il senso comune, dovrebbe essere caratterizzato dall’immobilismo e dalla marginalità. Il caso di Castione, come tanti altri, ci costringere a mettere in dubbio alcune convinzioni che tendiamo a volte, per pigrizia, a dare per scontate. Come quella che esista un contrasto insanabile tra il mercato e il guadagno privato da una parte e forme di gestione collettiva e di condivisione comunitaria delle risorse dall’altra. O quella che ogni processo di innovazione economica non possa che venire dalla città. O che una società “tradizionale”, fondata su una delicata trama di relazioni orizzontali e verticali e su uno stretto rapporto con l’ambiente naturale, non possa gestire e indirizzare il mutamento, economico, sociale e culturale, ma sia destinata a implodere e a disgragarsi di fronte ad esso. Anche il caso di Castione, insomma, invita ad abbandonare contrapposizioni, come apertura/chiusura, mercato/autarchia, capitale/comunità, la cui inconsistenza è stata ampiamente dimostrata dagli studi più recenti sui villaggi alpini.
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