Pubblicazioni – Giosuè Berbenni

Musica sacra nelle parrocchie della Diocesi di Bergamo attraverso le Visite Pastorali (1858 – 1905)

Autore

Giosuè Berbenni, diplomato in Organo e Composizione Organistica e laureato in Giurisprudenza è tra i più autorevoli pubblicisti italiani in materia organara (secoli XVIII-XIX) con oltre 220 titoli tra cui una monumentale monografia sui celeberrimi Serassi di 2219 pagine, suddivisa in 4 volumi, con l’egida del CNR di Roma e nel 2017 la poderosa opera sui Bossi: la dinastia e il catalogo, divisa in due volumi di circa 800 pagine. Dal 1980 al 2005 è membro della Commissione Tutela Organi Artistici della Lombardia presso la Soprintendenza Beni Architettonici della Lombardia in Milano. Dal 1996 al 2003 è responsabile scientifico dell’Unità Operativa “Indagine storico-documentale sugli Organi storici della Provincia di Bergamo” Progetto Finalizzato Beni Culturali del CNR. Nel 2006-07 è rappresentante per conto della Regione Lombardia presso il Ministero per i Beni e Attività Culturali, ICCD, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, quale esperto d’organaria del gruppo di lavoro nazionale della scheda informatica strumenti-musicali organi (SMO). È condirettore scientifico della Collana d’Arte Organaria nazionale dell’Associazione Culturale “Giuseppe Serassi” di cui è Presidente Onorario. Dal 1994 è Accademico dell’Ateneo Scienze Lettere ed Arti di Bergamo. Dal 2019 è socio dell’Archivio Storico Bergamasco. Ha tenuto conferenze e concerti altamente riconosciuti e ad oggi è organista della chiesa prepositurale di Trescore Balneario (Bergamo). Dal 1996 il suo nome è nel Board of Renowned Expert Technicians. Nel 2016 gli è stata conferita la Riconoscenza Civica  della Città di Bergamo.

Abstract

La ricerca nasce dalla necessità di documentare la vita musicale religiosa bergamasca diffusa nelle numerose parrocchie della diocesi. Ciò è stato possibile attraverso i Questionari del 1858 e del 1905, inviati ai parroci e rettori prima delle visite pastorali dei vescovi: Pietro Luigi Speranza (1857 al 1869) e Giacomo Radini Tedeschi (dal 1905 al 1909). I due Questionari sono a distanza di 47 anni, il primo nel massimo della fioritura dell’organo ottocentesco e il secondo anni nel pieno sviluppo della riforma dell’organo classico. Le parrocchie sono 348 nel 1858 e 352 nel 1905. Le risposte riportate nei due regesti in totale sono di 647 parrocchie di cui 307 del primo Questionario pari al 88,21 per cento e di 340 parrocchie del secondo pari al 96,59 per cento. Da questa indagine emerge che:

– la musica nella Bergamasca, praticata nelle chiese, era fatta con cura;

– gli organi erano diffusi ovunque e ben funzionanti (sono rari i casi in cui il parroco relaziona che l’organo ‘suona da solo’);

– gli organisti, per la quasi totalità dilettanti, erano numerosi e venivano retribuiti in base al loro valore; vi troviamo nomi di organisti dilettanti, umili, che di mestiere facevano altro ma che non lasciavano la liturgia della propria chiesa priva del suono dell’organo;

– il canto del popolo, tutto sommato era dignitoso;

– il popolo ascoltava volentieri la musica;

– tanti bergamaschi dedicavano le proprie energie a questa nobile arte, come spesso riferisce il vescovo Pietro Luigi Speranza nella sua estesa e articolata lettera pastorale del 1863 dedicata alla musica praticata nella diocesi.

Le fonti principali della ricerca sono state le serie dele “Visite Pastorali”, ma anche delle “Lettere Pastorali” dei vescovi (voll. 10; 13) per gli episcopati di riferimento, entrambe conservate nel Fondo della Curia vescovile dell’Archivio storico diocesano.

Scarica l’intero studio in .pdf

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